Dietro questa domanda ( e altre molto affini) si nasconde e si racchiude tanta della frustrazione, della paura, dell’ansia che noi farmacisti stiamo provando sin dai primi momenti in cui #COVID si è rivelato in tutto la sua grandezza.

Clienti con problematiche di ogni genere sono ascoltati e supportati con la dedizione che ci contraddistingue;
Clienti con ogni tipo di (mal)umore , quasi come fossimo muri di gomma,
sono pazientemente accolti e aiutati ad affrontare le proprie ansie e paure.
Ci siamo inventati barriere protettive da posizionare sui banchi, usiamo mascherine per giorni e giorni perché mancanti a noi per primi.

Per l’opinione pubblica gli “eroi”sono altri…..noi dimenticati dai più, noi che dai primi istanti in prima linea abbiamo preso in carico esigenze di ogni tipo anche ciò non di nostra competenza, abbiamo messo in atto procedure nuove e alla svelta perché la saracinesca si deve aprire… quand’anche si sia mai chiusa.
Siamo arrivati al 26 marzo perché la TV di stato “ricordasse”,in 2 fugaci immagini, il nostro ruolo in questa maledetta partita .

Noi che “𝐈𝐋 𝐓𝐄𝐌𝐏𝐎 𝐑𝐀𝐋𝐋𝐄𝐍𝐓𝐀𝐓𝐎” ( tanto decantato dagli altri) non lo viviamo dato che il tempo ha spinto sull’acceleratore dei nostri ritmi , istanti rapidamente uniti agli altri nella gestione di continue emergenze e novità procedurali.
Per Noi, questo non é il tempo delle riflessioni sui cambiamenti perché non c’è tempo per Noi, 𝐥𝐚 𝐧𝐨𝐬𝐭𝐫𝐚 𝐩𝐫𝐢𝐨𝐫𝐢𝐭𝐚̀ 𝐬𝐨𝐧𝐨 𝐠𝐥𝐢 𝐀𝐋𝐓𝐑𝐈.

Ma sicuramente su un 𝐂𝐀𝐌𝐁𝐈𝐀𝐌𝐄𝐍𝐓𝐎 dovremo lavorare ed anche in fretta, per riprenderci una “identità di ruolo” che probabilmente abbiamo perso agli occhi degli altri, troppo presi da incombenze burocratiche e condizioni commerciali, ma che in profondità ognuno di noi ha ;
un ritorno alle origini in cui il farmacista era un punto di riferimento e non solo come presidio sanitario, figura essenziale in ogni più piccolo paese e con una autorevolezza ineguagliabile.

𝐏𝐨𝐬𝐬𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐧 𝐜𝐮𝐢 𝐯𝐢𝐯𝐢𝐚𝐦𝐨 𝐨 𝐚𝐜𝐜𝐞𝐭𝐭𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐫𝐞𝐬𝐩𝐨𝐧𝐬𝐚𝐛𝐢𝐥𝐢𝐭𝐚̀ 𝐝𝐢 𝐜𝐚𝐦𝐛𝐢𝐚𝐫𝐥𝐞 , 𝐜𝐨𝐦𝐞 ?
Dobbiamo fare un piccolo passo indietro per prendere la rincorsa ed andare più veloci …non continuando a fare le stesse cose e a comportarci nella stessa maniera : 
E un cambiamento sostanziale non si può fare che a partire dalla consapevolezza della nostra UNICITÀ , della NOSTRA IDENTITÀ , partendo da dove ci eravamo lasciati…. insomma é semplice 
𝐑𝐈𝐂𝐎𝐌𝐈𝐍𝐂𝐈𝐀𝐍𝐃𝐎 𝐃𝐀 𝐍𝐎𝐈 !

dott.ssa Cinzia di Savino

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